CHE ACQUA BEVIAMO?

Incolore, insapore, inodore, eppure indispensabile. Ma quanto conosciamo dell'acqua che beviamo? Sicuramente abbiamo imparato come l’acqua sia fondamentale per la vita, essa infatti svolge alcune funzioni fondamentali:

  • È il liquido ideale nel quale fare avvenire le reazioni chimiche del corpo;
  • È il mezzo di espulsione delle tossine prodotte dal metabolismo;
  • È uno dei principali regolatori della temperatura interna;
  • Funge da ammortizzatore nelle articolazioni e nei tessuti.

Per capire ulteriormente la sua importanza, basta pensare che se con una perdita del 2% dell’acqua corporea si ha una forte sensazione di sete, con una perdita del 5% si iniziano ad avere secchezza della pelle e delle mucose, senso di affaticamento, crampi muscolari, cefalee e perdita di appetito.

Quanta acqua c’è del corpo umano?
Tipicamente si sente affermare che è del 70% circa, ma la sua percentuale varia di molto sulla base dell’età, del sesso e della massa corporea. All’aumentare dell’età essa tende a diminuire, infatti se un bambino è fatto dal 75% di acqua, un uomo adulto di 25 anni normopeso ha circa il 60% di acqua, mentre un uomo di 85 anni ne ha meno del 50%.

La massa d’acqua, inoltre, non è equamente distribuita nei diversi tessuti: nel sangue rappresenta il 79%, nei muscoli e nel cervello il 75%, nelle ossa il 34% e nell’adipe SOLO il 10%. Ecco spiegato perché una donna di 25 anni normopeso è fatta dal 50% circa di acqua: zone più prosperose perché ricche di adipe come seno e glutei, sono però povere di acqua. Discorso simile si può fare per una persona grassa.

Quanto bere?

In media il nostro organismo necessità di 2,5L di acqua al giorno per reintegrare l’acqua espulsa con urina, sudore, feci e respirazione. Attraverso i cibi si assume già circa 1L di acqua, quindi con le bevande si dovrebbero reintegrare i restanti 1,5L. Tale quantitativo va, inoltre, ad aumentare in estate e per chi fa attività fisica, per via della maggiore sudorazione.

Il consiglio è di bere ogni qualvolta si ha sete, ma bisogna evitare gli eccessi anche con l’acqua. Esiste, infatti, l’intossicazione da acqua, una condizione clinica che può colpire chi fa uso eccessivo di diuretici o ha problemi renali, ma anche atleti che arrivano ad alti livelli di sudorazione (es. maratoneti) e bevono troppa acqua oligominerale.

Com’è possibile? L’acqua oligominerale reintegra sì l’acqua persa, ma non alcuni importanti sali minerali come il sodio, ed ecco che si può arrivare ad una sua eccessiva riduzione a livello cellulare. Ma il sodio svolge diversi ruoli fondamentali nelle cellule, e una sua elevata perdita (definita iponatremia) porta ad una serie di sintomi quali nausea, vomito, confusione mentale, disorientamento, e nei casi più gravi il coma.

Il suggerimento, pertanto, è che in particolari condizioni di elevata sudorazione è bene reintegrare l’acqua persa con bibite isotoniche o mettendo un pizzico di sale nella bottiglietta di acqua oligominerale. Oppure si può bere una spremuta di arancia o limone: ne basta un bicchiere per reintegrare tutti i principali sali minerali persi in 3 litri di sudore.

Acqua come alimento
Ogni sostanza che contiene nutrienti è catalogata come alimento, e dato ogni acqua contiene una percentuale più o meno grande di sali minerali, può essere considerata a pieno titolo un alimento. A livello Europeo e nell’industria alimentare l’acqua è già identificata come alimento e trattata come tale, per massimizzare la tutela del consumatore finale. A livello legislativo Italiano le cose si fanno più complicate, ma si sa che la burocrazia del bel paese ci mette tipicamente più tempo di altri per formalizzare in legge nuovi concetti scientifici.

È controindicato bere durante i pasti?
No, anzi, bere moderatamente durante i pasti porta ad effetti positivi. Le acque frizzanti aiutano a digerire, mentre le acque bicarbonato-calciche (cioè ricche di calcio e bicarbonato) permettono di diminuire l’acidità dello stomaco, e stimolano la motilità intestinale. In linea generale è sempre bene bere quando si percepisce la sensazione di sete: essa è una richiesta di idratazione del corpo e non va trascurata.

L’acqua dura fa venire i calcoli?
L’idea che bere acqua dura (ricca di calcio e magnesio) faccia venire i calcoli, è un falso mito derivato dal fatto che le acque dure tendono a formare incrostazioni nei condotti idrici. Ma nel nostro corpo calcio e magnesio sono fondamentali per funzioni quali la calcificazione ossea, pertanto viene finemente regolato sia il loro assorbimento intestinale che la quantità circolante nel sangue mediante ormoni quali la calcitonina e la vitamina D.

Unica eccezione è nei soggetti che hanno calcolosi renali: loro devono effettivamente evitare le acque ricche di sali minerali, in quanto i calcoli già presenti possono peggiorare bevendo acque ricche di minerali.

Perché vengono ad essere misurati i nitrati nelle acque?
Sono misurati in quanto risultano tossici per l’organismo, in particolare perché:

  • fanno perdere all’emoglobina dei globuli rossi la capacità di legarsi all’ossigeno;
  • possono interagire con le ammine nello stomaco, portando alla formazione di nitrosamine (composti ritenuti cancerogeni);

Le principali cause della presenza di nitrati nell’acqua è l’uso massiccio di fertilizzanti azotati, ma possono derivare anche dalle feci animali, quindi sono altresì indicatori di contaminazione fecale.

Le acque di falda e di alta montagna sono praticamente esenti da nitrati, mentre tutte le altre acque per legge non devono comunque eccedere i 50mg/L. Nonostante questo, è bene ricordare che l’80/90% dei nitrati che assumiamo sono derivati dagli alimenti e non dall’acqua.
Nitriti e nitrati di sodio (NaNO3 e NaNO2) sono infatti spesso addizionati in prodotti come salumi, carne in scatola, formaggi, aringhe, etc, perché sono dei conservanti. Ecco uno dei motivi per cui si consiglia di limitare il consumo di insaccati e di preferire quelli privi di conservanti.

LE ACQUE IN BOTTIGLIA

Quasi ogni acqua di per sé è minerale, nel senso che contiene sali minerali disciolti, anche l’acqua piovana. Ma la dizione “acqua minerale naturale” viene concessa dal Ministero della Salute, solo per quelle acque che superano una serie di valutazioni geologiche, chimiche, fisiche, biologiche e cliniche.
Per essere considerata tale, l’acqua deve essere originata direttamente da una falda o da un giacimento sotterraneo. Deve essere, inoltre, “microbiologicamente pura” all’origine, ovvero non deve presentare organismi nocivi per l’uomo, e non deve subire alcun trattamento nel corso della filiera che va dalla raccolta all’imbottigliamento.
Le acque del rubinetto, per contro, vengono trattate con disinfettanti (generalmente con il cloro), per renderle sterili, quindi prive di qualsiasi organismo, patogeno e non.

Meglio l’acqua povera o ricca di sali?
Non esiste un’acqua migliore in assoluto, un soggetto sano può bere quella che preferisce tra le tante acque minerali in commercio o della rete idrica. Caso differente è se il soggetto ha dei problemi, pensare alle persone ipertese, che dovendo osservare una dieta iposodica, è preferibile consumino acque povere di sodio. Seppure è soprattutto sui tipi di cibi da assumere che bisogna regolarsi, dato un etto di formaggio o di prosciutto crudo, hanno lo stesso quantitativo di sodio di 100 litri di acqua da tavola.

Liscia o gassata?
L’anidride carbonica rende l’acqua più o meno piacevole al consumo, senza implicazioni sanitarie dato la composizione minerale resta invariata. Favorisce però la digestione, dato è un gas che dilata le pareti dello stomaco: la dilatazione porta a far credere al corpo di avere lo stomaco pieno, e viene stimolata una maggior produzione di succhi gastrici. Per questo motivo le acque frizzanti sono particolarmente indicate per coloro che hanno la digestione lenta, mentre sono controindicate per chi soffre di acidità.

Quale delle due disseta di più?
A livello di sensazione, sembra dissetare di più quella frizzante, ma è per l’appunto solo una sensazione, dovuta al fatto che la CO2 anestetizza debolmente le terminazioni nervose delle mucose orali. Il risultato reale è indifferente in caso di pasto o consumo quotidiano. Se si fa attività sportiva, invece, meglio acqua liscia per non bloccare la sensazione di sete prima che essa sia effettivamente stata soddisfatta.

L’acqua minerale ha una scadenza?
L’acqua non è sottoposta ad alcun tipo di alterazione nutrizionale, pertanto non esiste una vera scadenza. Dato per trasporto e utilizzo è però necessario un contenitore, è proprio il contenitore il punto debole, perché tende a deteriorarsi, viene pertanto stabilita una scadenza che rappresenta fin quanto l’acqua, conservata in condizioni idonee, mantiene inalterato il suo contenuto. In linea generale, le indicazioni sono di 2 anni per le bottiglie in vetro e per quelle in plastica frizzanti (la CO2 ha funziona batteriostatica), e 1 anno per le acque naturali in plastica.

Sul come conservarla, le etichette dovrebbero riportarlo. In linea generale è consigliato tenerla in luoghi asciutti, sembra infatti paradossale, ma l’umidità può attaccare esternamente le confezioni in plastica e favorire la muffa. È anche sconsigliato bere direttamente dalla bottiglia, dato l’acqua potrebbe contaminarsi con residui di alimenti e batteri presenti nella bocca. Infine è bene tenerla al riparo dalla luce del sole e da fonti di calori, perché aumentano il ritmo di deterioramento delle bottiglie, soprattutto se fatte di plastica.

Acque per i neonati e bambini
Come abbiamo visto i bambini sono fatti da una percentuale di acqua superiore rispetto all’adulto. Oltre a ciò, per via del rapido sviluppo e per il fatto che hanno una traspirazione maggiore, hanno necessità di bere molta più acqua di un adulto in rapporto al peso.

Questa tabella elaborata dal SINU (Società Italiana di Nutrizione Umana) mostra i bisogni medi di acqua dei bambini:

 
  Eta (anni) Acqua (ml.)
Bambini 1 - 3 1.200
  4 - 6 1.600
  7 - 10 1.800
Maschi 11 - 14 2.100
Femmine 11 - 14 1.900

Riguardo i neonati, fino ai 6 mesi l’acqua necessaria deriva tutto dal latte materno, ma per coloro che non riescono ad allattare efficacemente, è consigliato diluire il latte o usare quello in polvere con acque oligominerali o minimamente mineralizzate, perché i reni dei lattanti non sono ancora totalmente sviluppati. Per scegliere al meglio, basta semplicemente guardare il residuo fisso: più è basso, meno minerali vi sono.

Dato, inoltre, i bambini piccoli sono particolarmente sensibili ai nitrati, vi sono marchi di acque che usano immagini di bambini nelle bottiglie per indicare che quell’acqua ha livelli di nitrati inferiori ai 10mg/L, e quindi sono più indicate per i bambini piccoli.

Che ruolo ha lo stronzio, dato alcune etichette di acque minerali lo riportano?
Esso è un minerale, e deve il suo nome alla località scozzese dove è stato scoperto, Strontian. Sono diversi gli alimenti che lo contengono in buone quantità, per citarne alcuni: cipolle, arance, cavoli e cereali, ed è totalmente innocuo per l’organismo. Viene inserito nelle analisi presente in certe etichette, semplicemente perché a livello idrogeologico, un’acqua con un buon quantitativo di stronzio disciolto indica un’origine profonda e tempi di permanenza lunghi, caratteristiche di qualità per un’acqua minerale.

ACQUE DI RETE

Come fanno i cittadini a conoscere la qualità della propria acqua di rete?
Dal 2013, i diversi gestori del servizio idrico nazionale, sono obbligati a fornire la propria carta dei servizi, con le informazioni relative alla qualità dell’acqua, attraverso il sito web o in allegato alla bolletta. Ad esempio nel vicentino, abbiamo VIACQUA che pubblica le analisi dei vari punti di fornitura al seguente indirizzo: https://www.viacqua.it/it/clienti/acquedotto/qualita-acqua/

Case dell’acqua (o acqua del sindaco)

Il loro numero è in costante crescita, e di fatto sono delle fontane del terzo millennio. Un tempo, dato l’acqua raramente arrivava nelle case, vi erano le fontane usate dalla collettività. Con la diffusione degli impianti domestici la loro necessità è venuta meno, e quindi sono state man mano abbandonate.

Ora ritornano in voga per una serie di vantaggi che hanno rispetto all’acqua di rubinetto, come ad esempio la gassatura, il minore impatto ambientale (non serve il trasporto in bottiglia, fatto quasi sempre mediante camion e furgoni), e maggior sicurezza nella qualità dell’acqua, dato arrivando dall’acquedotto l’acqua è sicuramente potabile, ma le tubature di tali chioschi sono più controllate e mantenute delle tubature casalinghe.

Cosa significa, oggigiorno, acqua potabile?

In linea generale, significa che non deve contenere microorganismi nocivi o parassiti, né altre sostanze in concentrazioni tali da rappresentare un pericolo per la salute umana. Per valutare la sua qualità, ci sono un insieme di requisiti di tipo chimico-fisico e microbiologico che devono rispettare.

Tali requisiti, inoltre, vengono costantemente aggiornati, sia per perseguire un obbiettivo di continuo miglioramento delle sue caratteristiche, sia in quanto è possibile ancora oggi scoprire sostanze che risultano nocive per l’uomo, ma non ancora catalogate come tali, basti pensare al caso emerso da poco più di dieci anni sulle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS), o alle nuove normative sull’utilizzo delle plastiche, dato oramai si trovano particelle di plastiche ovunque, in particolar modo nei mari.

Usa le mie conoscenze su molti altri alimenti per migliorare la tua salute

Bibliografia

1) Acqua. Sai cosa bevi? Conoscere e usare consapevolmente la più importante risorsa naturale – Giorgio Temporelli – Il Pensiero Scientifico Editore – Link: https://pensiero.it/catalogo/libri/acqua-sai-cosa-bevi
2) Alimentazione nello Sport – William McArdle – “Il sodio facilita la reidratazione” pag. 281
3) DIETOLOGIA – Alimenti, Alimentazione nel sano e nel malato, Integratori Alimentari – Aldo Zangara et al. – Piccin – “Acque ad uso alimentare” pag. 55 e “Salumi” pag. 88
4) LARN – Tabella SINU (Società Italiana di Nutrizione Umana) – Link: http://www.sinu.it/html/pag/08-ACQUA.asp
5) L’alimentazione complementare responsiva – Maurizio Iaia – Il pensiero Scientifico Editore – Link: https://pensiero.it/catalogo/libri/alimentazione-complementare-responsiva
6) Fisiologia Generale – D. Cremaschi – Ermes Editore.
7) Chimica Generale – K. Witthen et al. – Piccin Editore
8) Sostanze perfluoro alchiliche (PFAS) – Cosa Sono, presenza in Italia e in Veneto, Monitoraggio – Link :http://www.arpa.veneto.it/arpav/pagine-generiche/sostanze-perfluoro-alchiliche-pfas

NDA: Data l’enorme importanza dell’acqua dal punto di vista antropico, riuscire ad organizzare un articolo di poche pagine che non sia banale non è affatto facile, e spero di esserci almeno in parte riuscito. Proprio per questo ci tengo a ringraziare in particolar modo il dott. Giorgio Temporelli, dato il suo libro mi è stato di grande aiuto per impostare l’articolo.

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